A prima vista, la bulloneria serve solamente a “legare” le cose e può apparire tutto come normale e scontato. Approfondendo la situazione però, dietro bulloni e viti ci sono un’accurata progettazione e una lunga storia evolutiva, che ha permesso a questa minuteria di dare vita a moltissimi oggetti della nostra quotidianità, anche industriale. Per comprendere meglio tale concetto, basti pensare ad un elettrodomestico o un qualsiasi macchinario di come abbia bisogno di tali bulloni e viti. Con questi presupposti, vediamo insieme qualche tappa storica importante.
Viti e bulloni: storia
La filettatura trova le sue origini addirittura nel 400 aC, ma gli sviluppi più importanti si sono chiaramente verificati negli ultimi 150 anni. Probabilmente le prime applicazioni utili e soprattutto l’inizio della diffusione di viti e bulloni, è da attribuirsi al XV secolo. I fili dei vari elementi di fissaggio, inizialmente erano realizzati a mano, attraverso procedure lunghe, estenuanti e noiose. Il fisiologico aumento della domanda però, ha richiesto una velocità maggiore di produzione. A metà del 1700 nel Regno Unito vengono introdotti i primi processi in serie, che consentivano di abbassare i costi ed appunto di produrre più pezzi in un tempo minore.
Proprio in quel periodo si verifica una delle prime problematiche di questo mondo, ovvero quello di definire uno standard per la filettatura. Ogni azienda difatti produceva i propri dadi, bulloni e viti, secondo i propri standard, saturando il mercato di prodotti molto diversi tra loro, con quello che ne poteva conseguire per coloro che tale bulloneria la utilizzavano per applicazioni sul campo.
La prima tappa davvero importante di questa evoluzione, è nel 1841, anno in cui viene trovata una soluzione al problema descritto sopra. Un certo Joseph Whitworth suggerì infatti di adottare uno standard in tutto il Regno Unito. Tale soluzione, tanto semplice da pensare quanto difficile da mettere in atto, viene presto copiata anche in altre parti del mondo, ad esempio dall’America. Ma anche in questo caso, tra le due parti del mondo, non esistevano dei protocolli comuni a cui attenersi.
In epoche più moderne, quindi durante il primo conflitto mondiale, l’assenza di un’uniformità diventa un vero e proprio ostacolo per la resistenza, problema che diventa di entità ancora più grande per le forze alleate. Si deve attendere il 1948 per un accordo tra le nazioni, anno in cui Regno Unito, Canada e Stati Uniti, riescono a concordare su un filo unificato standard.
Viti e bulloni ai giorni nostri
Negli ultimi 50 abbiamo assistito ad una rapidissima evoluzione delle tecnologie, esattamente come è cambiato il DNA della bulloneria, impiegando non solamente l’acciaio, ma anche molti altri materiali innovativi e performanti, come le leghe di nichel. Tali leghe, sviluppate nell’ultimo ventennio, possono operare anche in ambienti ad altissime temperature, come motori e turbocompressori. Ma lo sviluppo ha portato anche all’impiego di altri materiali, e la ricerca si sta focalizzando sul magnesio, il titanio e l’alluminio.
La tecnologia di viti e bulloni, è quindi cresciuta in maniera esponenziale rispetto agli antenati fatti a mano e le persone possono accedere a moltissime opzioni in tal senso. Oggi, aziende come www.ipl-plus.it, sono state in grado di apportare dei miglioramenti significativi a tale tecnologia di bullonatura potendo disporre di dadi in acciaio e in moltissimi altre materiali, per qualsiasi applicazione di fissaggio industriale: esagonali, flangiati e autobloccanti di qualsiasi altezza, sia di misure standard che personalizzati sulla base delle esigenze produttive del cliente.
Oltretutto, rispetto al passato, il problema degli standard che affliggeva sia le aziende produttrici, che quelle clienti finali, è stato decisamente superato grazie all’introduzione delle certificazioni di settore. Tali certificazioni hanno di fatto permesso di definire sia gli standard qualitativi del prodotto, che quelli inerenti all’applicazione vera e propria, così da permettere la costruzione di oggetti nelle forme, ma soprattutto nelle funzionalità, per come noi tutti li conosciamo.