La Basilica di Santa Croce, situata a Firenze, è la chiesa francescana più grande al mondo e accoglie le tombe di molti uomini illustri in quanto scienziati, letterati e artisti: è qui che troviamo lo stesso Michelangelo che ha reso immortale la Cappella Sistina che si trova a Roma, Machiavelli, poeti come Foscolo e Alfieri, ma anche il genio di Galileo.
La costruzione, che rimpiazzava un edificio preesistente, cominciò intorno al 1294 ed il progetto architettonico era di Arnolfo di Cambio.
Lo stile gotico francescano
L’edificio rispecchia l’austerità tipicamente francescana, la pianta è a croce egizia o Tau (uno dei simboli di San Francesco), è lunga 115 metri con una navata centrale e due laterali separate da file di colonne ottagonali.
Nel 1560 venne rimosso il paravento del coro a seguito dei cambiamenti richiesti dalla Controriforma e l’interno venne ricostruito da Vasari.
Il campanile è datato 1842 e fu costruito in sostituzione dell’originale probabilmente danneggiato da un fulmine.
La facciata, neogotica, risale al 1857-1863 ad opera dell’architetto ebreo Matas che introdusse la Stella di Davide nella composizione. Matas avrebbe voluto essere sepolto nella basilica ma non essendo cristiano fu sepolto sotto il porticato.
Purtroppo, l’alluvione dell’Arno del 1966 travolse anche Santa Croce causando gravi danni all’edificio e di conseguenza ad alcune delle opere di inestimabile valore presenti al suo interno attualmente restaurate e poste in luoghi differenti rispetto all’origine.
Uno degli esempi principali da poter fare in tal senso riguarda il crocifisso di Cimabue che attualmente si trova nel refettorio.
I capolavori d’arte
Tra i principali capolavori d’arte qui presenti non possiamo non menzionare gli affreschi di Giotto nella Cappella Bardi e nella Cappella Peruzzi, la decorazione di Luca della Robbia nella Cappella dei Pazzi, il basso rilievo dell’Annunciazione di Donatello e la tomba di Michelangelo di Vasari.
Ma quella di Michelangelo non è l’unico esempio artistico di tumulazione, di cui si occupa la Verano Servizi, ma vi è anche quella di Vittorio Alfieri realizzata dallo scultore Canova.
La scultura fu completata nel 1810, sette anni dopo la morte dello scrittore, e fu collocata proprio tra gli illustri rendendo Alfieri uno delle ‘’glorie d’Italia’’.
A dominare il monumento è l’Italia piangente: una dona che appoggia il suo gomito destro sul sepolcro e la mano a sorreggere il capo. Al centro dell’elegante sarcofago il medaglione con il profilo di Alfieri e ai lati delle maschere tragiche, omaggio al genere letterario in cui lo scrittore eccelse.